Le “piazze” digitali non si fermano: i trend social 2021

Dopo un 2020 dominato – per fortuna con qualche eccezione – dal Covid-19, il 2021 sembra riservare importanti novità, proseguendo nell’accelerazione dei processi di transizione digitale

Alice Blangero, social advocacy account FB Bubbles

Con l’arrivo della pandemia da Covid-19 e le misure adottate dalle autorità per contrastarla, la nostra vita è cambiata spostandosi sempre più online: dal lavoro allo studio, passando dallo shopping all’intrattenimento, fino ai servizi e alle relazioni. In un anno in cui abbiamo dovuto rinunciare al contatto personale e la nostra quotidianità è stata completamente rivoluzionata, l’arena virtuale è rimasta l’unica piazza sempre aperta all’incontro e allo scambio di informazioni.

Nell’ultimo anno il dibattito pubblico si è concentrato prevalentemente sulla pandemia. Analizzando le conversazioni in rete nell’ultimo anno, scopriamo infatti che sono stati oltre 30 milioni gli articoli, i post e i tweet che hanno menzionano il Covid-19. Un’immensa mole di contenuti che ha generato più di 920 milioni di interazioni, ovvero quasi 1 miliardo di commenti, “mi piace” e condivisioni.

Fortunatamente il 2020 non è stato solamente l’anno della pandemia, ma anche quello delle Presidenziali Statunitensi. A livello globale con circa 76 milioni di uscite è stato il secondo argomento più discusso online dopo il Covid. Anche in Italia il tema ha generato parecchio dibattito, in particolare a ridosso dell’Election Day, contando così da giugno a dicembre 185 mila uscite e 5 milioni di interazioni.

Il 2020 ha imposto effettivamente un’accelerazione significativa nei processi di transizione digitale e l’anno in corso non sarà sicuramente da meno. A fornici una panoramica piuttosto accurata di quello che dobbiamo aspettarci sono proprio i trend che riguardano quelle piazze digitali in cui il mondo non si è mai fermato: i social network.

Interessante notare come in forma sempre più accurata Facebook, Twitter ed Instagram stiano mettendo in campo una serie di strumenti e iniziative per combattere la disinformazione e contribuire ad aumentare la consapevolezza degli utenti. A partire da quest’anno sarà sempre più comune notare all’interno di post e tweet disclaimer che bollano il contenuto come “fuorviante” o “privo di contesto” qualora le notizie in oggetto non siano ancora state verificate o contengano fake news.

Un’altra tendenza significativa riguarda la scelta di rendere la comunicazione digitale sempre più “mobile first, one click”. È il caso della fusione tra le app di messaggistica istantanea. Facebook ha avviato questo percorso lo scorso autunno integrando l’app Messenger e i direct di Instagram, permettendo così agli utenti di entrambe le piattaforme di dialogare tra di loro, con l’obiettivo prossimo di portare a bordo anche la famosissima Whatsapp.

Anche a proposito di formati sono tantissime le novità in corso. Tra tutte la predominanza dello strumento video nella sua declinazione “in diretta”, grazie al successo globale della piattaforma di streaming Twitch, così come nella versione abbreviata via stories o reels. Per non parlare poi di Tik Tok, l’app più scaricata nel 2020, che in poco tempo è riuscita anche a cambiare pelle passando dall’essere esclusivamente l’app della cosiddetta Generazione Z per creare brevi video divertenti, a spazio per diffondere e comunicare l’arte e la cultura. Infatti, sono stati diversi i musei internazionali che in tempo di chiusure hanno scelto di ritagliarsi uno spazio proprio sulla piattaforma: dal Prado di Madrid, al Metropolitan Museum di New York fino agli Uffizi di Firenze.

Complice sicuramente la necessità di fare esperienze online più empatiche, il 2020 inoltre ha segnato il successo dei podcast, i quali hanno spianato la strada alla nascita di un canale social dedicato solo ed esclusivamente alla voce: questo gennaio è sbarcato in Italia ClubHouse, un’app in cui si parla in diretta all’interno di stanze tematiche.

Infine, nonostante l’apertura di vie comunicative sempre più smart e veloci, continueremo ad usufruire di strumenti più tradizionali come le newsletter, utilizzate sempre di più sia in chiave editoriale sia tematica.

Come si diceva, il percorso verso la digitalizzazione è in atto e continuerà sicuramente anche nel medio-lungo periodo. La sfida del futuro sarà quella di governare questa evoluzione in modo strutturato e consapevole al fine di aiutare ad orientarsi nella complessità del nostro tempo, partendo proprio dalla quotidianità.