Beauty Report 2018

22/06/2018

Il consolidamento della competitività sui mercati esteri e la ripresa del mercato interno rappresentano la sintesi di scenario del settore cosmetico italiano all’interno del quale fa riferimento l’ottavo appuntamento del Beauty Report. Fin dalla prima edizione, lo studio di Ermeneia, cui si abbina per il terzo anno la cinquantesima analisi statistica del Centro Studi di Cosmetica Italia, sostiene il Progetto Reputazione che l’Associazione da qualche esercizio sviluppa nelle sue varie attività sia istituzionali che di comunicazione ai vari livelli di target. Il presente Rapporto è nato proprio con l’obiettivo di mettere a disposizione delle istituzioni, degli operatori e dei media le informazioni e le interpretazioni fondamentali che contraddistinguono il settore stesso e che lo rendono sicuramente unico, basato com’è su un ruolo di “arte” unificante ed universale della cosmetica che ha bisogno di avere alle spalle un’industria che investa – come avviene – in ricerca, creatività, sicurezza e innovazione, offrendo risposte efficaci ai bisogni in continua evoluzione dei consumatori.

In sintesi emergono alcuni elementi caratterizzanti, in linea con le precedenti edizioni:

  • Si conferma la realtà di un comparto con una costante dinamica positiva (anche consistente) sul piano della produzione e dell’export lungo tutto il passato decennio. Infatti i dati di chiusura del 2017 segnano una costante crescita, dalla crisi iniziata nel 2008, mantenendo la caratteristica anticiclica del comparto, con ritmi medi sempre superiori agli altri settori dei beni di consumo nazionale. Il consumo interno di cosmetici si approssima ai 10.100 milioni di euro, per un incremento del 1,7%: vengono così superati i valori pre-crisi confermando l’indifferenza alle congiunture negative del mercato italiano. Sul valore della produzione, cioè sui fatturati delle imprese, prossimi agli 11.000 milioni di euro, incide ancora in misura importante la significativa performance delle esportazioni generando un importante recupero di redditività. Le vendite all’estero, infatti, sono aumentate del 7,1%, per un valore di 4.617 milioni di euro.
  • Per quanto riguarda i consumatori di prodotti cosmetici, il rapporto osserva come siano definitivamente usciti dalla fase, a tratti un po’ “quaresimale”, della crisi recuperando una soggettualità a pieno respiro che caratterizza e condiziona il processo di multicanalità dell’offerta.
  • Lo studio delle imprese cosmetiche conferma quanto siano protagoniste della ripresa, potendo raccogliere i frutti di una resilienza continuata che, come ribadito nel rapporto, si riflette nell’andamento positivo dei vari esercizi e in un atteggiamento volto a promuovere una continua trasformazione delle aziende insieme ad una propensione a-ciclica ed anti-ciclica degli investimenti.
  • Nella parte più monografica del rapporto, quella dedicata al ruolo delle banche e del sistema extra-bancario, le aziende cosmetiche presentano un confronto sostanzialmente buono, anche se con qualche critica, col sistema bancario, così come risultano caratterizzate da una “apertura” significativa nei confronti del canale extra-bancario nel suo insieme, sino a prevedere un possibile ingresso degli investitori finanziari nel capitale dell’impresa. Emerge l’esigenza di intraprendere una strategia “attiva” di ulteriore sviluppo dell’impresa in cui può (e deve) svolgere un ruolo importante quella che può essere definita come la finanza “reale”: cioè la necessità di utilizzare bene gli strumenti finanziari in funzione dello sviluppo dell’economia reale e quindi delle aziende in tutti i loro aspetti.

Infine, non si può dimenticare lo scenario di riferimento socio politico in cui si trovano ad agire le nostre imprese, nonostante la loro atavica competitività: la recente storia politica del paese conferma che è cruciale agire con responsabilità per ricostituire stabilmente la fiducia degli operatori. Il prezzo di una nuova ondata di incertezza, se persistente, sarebbe un ulteriore rallentamento della crescita attraverso l’incremento dei tassi d’interesse, con conseguenze negative sui conti pubblici e sul finanziamento di imprese e famiglie.

Da ultimo, alla fine del mio mandato, desidero esprimere la mia personale soddisfazione per aver visto crescere e consolidare il valore del Beauty Report e, assieme ad esso, la reputazione di Cosmetica Italia. Ai miei successori auguro altrettanta soddisfazione, certo della qualità della nostra struttura associativa e della unicità della cultura imprenditoriale che contraddistingue l’industria cosmetica italiana.