Congiunturale 2025 - primo semestre

17/09/2025

Nel corso del 2025 stanno delineandosi scenari a conferma di alcuni fenomeni già anticipati a inizio anno, tema dazi in primis, e di fiducia con riflessi sia sulla produzione che sul consumo di cosmetici in Italia.

Infatti, le stime proposte evidenziano un rallentamento dei ritmi di crescita anticipati a inizio anno con un fatturato atteso a fine 2025 prossimo a 17,4 miliardi di euro.

A monte della filiera si assiste a una serie di assorbimenti dei costi delle materie prime: tali rincari sono giustificati dalla reperibilità, dalle condizioni climatiche, dalle situazioni economiche e politiche del mercato di approvvigionamento, oltre che dall'impatto legato ad alcuni cambi di regolamentazione, come ad esempio le norme sulla deforestazione.

Il focus del 48esimo rapporto dell’Indagine congiunturale mira a capire l’evoluzione delle forniture e i driver che trainano le nuove partnership di filiera: in un contesto economico sempre più interconnesso, la supply chain rappresenta un fattore strategico cruciale per la competitività delle imprese cosmetiche italiane.

Coesione e nuove alleanze di filiera rappresentano un emblema della capacità reattiva e competitività dell’industria ma anche nei confronti del commercio internazionale come è dimostrato dalla pronta reazione di diversificazione dei mercati: nella prima metà del 2025 l’export verso l’area del Mercosur ha avuto ritmi superiori al 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, contro un ritmo medio di crescita degli ultimi cinque anni di poco superiore al 4%. Sicuramente l'accordo di libero scambio tra l'Unione Europea e il Mercosur aprirà nuove prospettive per l'export italiano, soprattutto per i settori industriali.

Il consolidamento delle esportazioni è un punto cruciale nella definizione delle strategie di business delle imprese cosmetiche, anche alla luce del potenziale di quelle che, ad oggi, ancora non adottano attività di internazionalizzazione. Le proiezioni al 2025 vedono per l’export dell’industria cosmetica italiana una ulteriore crescita di 7 punti percentuali, per un valore che toccherà gli 8,5 miliardi di euro. Anche le stime legate ai flussi di commercio estero risentono di correzioni prudenziali rispetto a quelle pubblicate nella precedente pubblicazione, legate alla svalutazione del dollaro alimentata dalle misure protezionistiche americane.

Infine, gli investimenti, anch’essi toccati dalla fiducia degli operatori, registrano un lieve indebolimento, a fronte di un’incertezza che pesa sulla progettualità e la pianificazione di lungo termine.

Lo scenario delineato presenta ancora luci e ombre ma, la lettura comparata rispetto alla media complessiva del manifatturiero, evidenzia una buona tenuta del comparto cosmetico offrendo non solo preoccupazioni ma anche segnali positivi per il 2026.

 

Disponibile nella sezione download il rapporto completo.