Coronavirus: effetti sui fatturati delle imprese cosmetiche
ottava indagine flash (20 - 30 aprile)

12/05/2020

Prosegue il monitoraggio delle ripercussioni dell’emergenza Coronavirus sull’economia attraverso la rilevazione flash settimanale.

Si propongono le indicazioni emerse nella ottava rilevazione flash in merito ai canali:

  • Rallentano le tendenze in negativo delle precedenti settimane, primi segnali di lenti recuperi.
  • Il mass market perde il 40% in valore e quasi il 30% in quantità; cauto ottimismo per la fase due.
  • La profumeria conferma la pesante contrazione, compensata in parte dall’on-line e dalla riapertura di qualche catena.
  • Rallenta la contrazione nelle farmacie dove si era fermata la vendita di dermocosmesi (niente solari e poca cura persona).
  • L’erboristeria conferma il calo dei consumi, dovuto a molte chiusure, anche se si avvertono timidi segnali di ripresa.
  • Nei canali professionali il calo è ancora totale per il blocco delle frequentazioni. Preoccupazioni sulla riapertura posticipata.
  • In calo le vendite dirette (porta a porta e corrispondenza);
  • Significative crescite per e-commerce: prossimo al +40% nelle ultime settimane.

 

Scenario e sentiment

  • L’ottava rilevazione risente inevitabilmente del blocco di molte attività per gli effetti delle misure per contrastare il contagio, e per le chiusure volontarie: frenata dei consumi in generale e adeguamento delle attività produttive. Si segnalano importanti casi di riconversione produttiva. Le attese per la fase due sembrano dare i primi effetti. In generale si assiste al rallentamento della curva negativa nei vari canali.
  • Si stabilizza, con lenta contrazione, il consumo di prodotti igiene corpo, in forte riduzione make-up, solari e dermocosmesi, blocco dei prodotti professionali (salvo sporadici casi di rivendita) e prodotti lusso, crescita dei consumi di prodotti per capelli e colorazione domestica.
  • A livello mondiale si stima nell’anno un calo della domanda di cosmetici, di poco inferiore al 30%.
  • Le interviste evidenziano un sentimento comune: a monte di tutto, si segnalano i forti condizionamenti per la mancanza di liquidità. Forza lavoro, strategie aziendali, attività legali e sindacali, unitamente alle azioni commerciali, dovranno rimodularsi e adeguarsi alla nuova realtà: le procedure di messa in sicurezza sono solo il primo segnale di un cambiamento dell’approccio in azienda. Dalle aree tecniche, forse le più preparate, alle attività di marketing, ricerca e sviluppo, si sta ripensando l’intero modello aziendale. Si troveranno nuove opportunità di disintermediazione, in presenza del calo di operatori marginali, e di riorganizzazione delle filiere, fino alla distribuzione presso il punto vendita, sia esso fisico che virtuale.
  • Acconciatura. Il problema della chiusura degli esercizi dall’inizio della pandemia e l’attesa per le riaperture, pur condizionate, ha creato enormi problemi all’intera filiera. Sul lato dei saloni è probabile che si registreranno molte chiusure definitive con evidenti rischi di nuove e più dilatate forme di abusivismo. Per le aziende specializzate, nonostante enormi sforzi per sostenere i saloni, si prevedono grosse perdite legate alla scarsa liquidità e alla ripresa rallentata delle frequentazioni.
  • Estetica. Come per gli acconciatori, i saloni di estetica soffrono la chiusura forzatafall’inizio pandemia e ancora non sanno i termini per la riapertura. I rischi legati all’abusivismo e alla chiusura definitiva di molti esercizi condizionano le attività delle imprese specializzate nel canale. La ripresa non sarà comunque repentina, vuoi per le limitazioni derivanti dalle norme di sicurezza e prevenzione, vuoi per la diffidenza di ampie fasce di utenti. Solo a cavallo dell’estate si potrà rivedere un ritorno alla normalità anche se difficilmente si recupereranno i valori di inizio anno. Sicuramente l’impegno degli operatori dovrà considerare un ripensamento della cultura del servizio e diventare sempre più attraente con il più alto livello di professionalità. Occorre recuperare la fiducia della clientela.
  • E-commerce. La crescita dei volumi nei mesi del lockdown, secondo gli operatori che adottano questa tipologia di vendita, non dovrà eseurirsi con la ripresa dei consumi, ma occorrerà investire sul patrimonio generato dal neo traffico. Andranno poste in essere azioni di fidelizzazione e promozione qualificata per non perdere le nuove fasce di consumatori.Tutti gli operatori concordano comunque che il salto dimensionale delle vendite digitali sarà costante in valore.
  • Conto terzismo. Il problema della chiusura degli esercizi dall’inizio della pandemia e l’attesa per le riaperture di alcuni canali ha creato enormi problemi all’intera filiera. Le aziende specializzate nei singoli canali hanno cercato di rimodulare la produzione, sia riconvertendo, sia cercando nuove pianificazioni in Italia e all’estero, tradizionale elemento di competitività dei produttori in conto terzi. Preoccupano la scarsa liquidità, gli alti tassi di insoluti e i ritardi dei pagamenti. Al momento è sempre più difficile programmare produzioni nel medio termine, a causa anche di una ripresa che sarà lenta con inevitabili disagi sulle varie filiera.