Le abitudini che prescindono dalle latitudini

01/06/2018

Dopo decadi di omologazione dei consumi mondiali, trasversalmente a più categorie di acquisto, da qualche anno si registra un ritorno alle proprie radici, alla propria cultura e alla enfatizzazione dei tratti somatici e cromatici originari della propria area geografica. 

Partendo da questo presupposto, il Centro Studi ha analizzato quattro aree che, a titolo esemplificativo, riassumono le tendenze intercettate dall’industria cosmetica attraverso l’offerta di sottocategorie e claim specifici per la destinazione di consumo.

Infatti, i consumi dei paesi scandinavi si caratterizzano per un approccio più orientato ai temi legati all’ambiente e al concetto di etico-naturale. Naturale anche la vocazione minimalista verso i canoni di bellezza nordici, ovvero il viso pulito e la  presenza di cosmetici maggiore nelle categorie dell’igiene personale e della cura della pelle. La bassa immissione sul mercato di make-up viso e occhi è comunque compensata dagli smalti.

In Israele la domanda rispecchia una cultura a metà tra il medio-oriente e l’occidente, grazie ad un mercato cosmetico che vede la presenza sia di prodotti legati al trucco occhi  e viso che di quelli legati all’igiene quali i bagno e doccia schiuma.

A livello di claim, l’offerta di cosmetici sul mercato israeliano, vede la forte presenza del «prodotto testato» oltre che strategie legate alla convenienza. La Corea del Sud registra invece una grande attenzione ai claim funzionali, oltre che a effetti schiarenti, illuminanti e sulla lunga durata. A supporto di queste leve comunicazionali, l’industria punta alle creme per viso e collo oltre che ad avvalorare l’effetto perla della pelle grazie a rossetti dalle texture e colori specifici.

Infine, in Brasile, l’offerta registra un’elevata specializzazione nella cura capelli, soprattutto nei trattamenti specifici volta alla idratazione e alle coniugazioni legate alla luminosità.