Terzismo italiano: l’eccellenza della filiera cosmetica

01/06/2018

Parlando di trend, evoluzione e nuovi scenari di mercato, è doveroso descrivere la compagine industriale che caratterizza la struttura industriale cosmetica italiana: le aziende contoterziste.

Da sempre ai vertici delle dinamiche di sviluppo congiunturale, il comparto dei contoterzisti italiani registra crescite di fatturato che spiegano, a valle, la positiva tendenza delle industrie distributrici.

Con un fatturato che si approssima nel 2017 ai 1.300 milioni di euro, e una produzione media di 29 milioni di pezzi, le imprese cosmetiche terziste esportano quasi l’80% della loro produzione, destinando meno del 47% ai canali mass market e il 37% al canale farmacia, considerando il livello di specializzazione. La distribuzione per canale di sbocco in Italia è più frammentata, considerando che nel mass market la specializzazione è poco meno del 40%, seguita dall’acconciatura professionale e dalla farmacia con una quota del 28% per entrambe.

Con riferimento alla specializzazione produttiva, i terzisti italiani registrano quote di sell-in che vedono al primo posto i prodotti per la cura viso, 29,9% del totale, della cura corpo, 27,7%, per arrivare a prodotti per capelli e cuoio capelluto, che coprono il 10,4% del totale.

Da tempo è noto il peso della produzione di make-up italiano che copre oltre il 60% del prodotto distribuito dai vari marchi nel mondo. L’andamento dei consumi del mercato mondiale nel confronto degli ultimi 10 anni, e la proiezione per il 2021, offrono una lettura interessante per le prospettive delle aziende terziste italiane, in particolare per il consumo di make-up, terza famiglia in valore, e l’unica, assieme ai prodotti per la cura del viso e del corpo, che proietta andamenti crescenti.