Congiunturale 2018 - secondo semestre

07/02/2019

La rilevazione congiunturale online del Centro Studi, sui dati preconsuntivi del secondo semestre 2018 e sulle previsioni relative ai primi sei mesi del 2019, evidenzia la tenuta del settore, nonostante una congiuntura condizionata dal generale rallentamento della propensione al consumo in molti comparti, sia a livello interno che internazionale.

Nelle stime di chiusura del 2018 il valore della produzione, cioè il fatturato delle imprese, cresce del 2% per un valore prossimo a 11.200 milioni di euro, mentre le previsioni per l’anno in corso evidenziano un’espansione del 2,6%. A determinare la performance contribuisce in parte il mercato interno, con un trend positivo di poco meno di un punto percentuale, con previsione di ulteriore espansione per la fine del 2019. Sui fatturati impattano in misura ancora evidente le vendite all’estero, che nel 2018 toccano i 4.800 milioni di euro, per una crescita di 3,5 punti percentuali. Mai come in questo periodo le considerazioni sullo scenario macroeconomico, in evidente recessione, servono a spiegare la tenuta anelastica dell’industria cosmetica nazionale.

Per quanto concerne il mercato cosmetico italiano, cioè il valore della spesa degli italiani, si conferma l’anticiclicità degli anni recenti con acquisti costanti in termini di volume e diversificati nelle sempre più ampie tipologie di retail. A fine 2018 il valore dei cosmetici comprati in Italia tocca i 10.150 milioni di euro, in lievissima crescita, grazie alla tenuta nei saloni professionali di estetica e acconciatura, agli aumenti sempre marginali ma numericamente importanti nelle profumerie e nella grande distribuzione organizzata; ma anche alle dinamiche in espansione del commercio elettronico. Fa da contraltare la contrazione nelle vendite dirette e nel canale farmacia, così come l’andamento pressoché piatto degli acquisti nelle erboristerie. L’evoluzione della domanda di prodotti a connotazione naturale e l’attenzione ai nuovi canali di nicchia agevola lo sviluppo dei nuovi consumi; espressione di una tipologia di consumatori eterogenea.

Sul versante delle industrie si confermano importanti tenute, specie per le imprese più votate alla produzione e, in generale, si rinnovano i valori e gli indici di sviluppo degli ultimi esercizi. Prosegue la costante attenzione agli investimenti sia nell’innovazione che nei processi di internazionalizzazione e, non ultimo, il ripensamento alle strategie di distribuzione. Infatti, le dinamiche della omni-canalità di acquisto, spingono alla definizione di alternative di contatto B2C, che, in molti casi, si traducono in strategie di razionalizzazione della catena che dall’impresa porta al consumatore, generando di fatto la disintermediazione distributiva, oggetto di futuri approfondimenti.